SENSIBILIZAZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA AI PROBLEMI SUL RISCALDAMENTO DEL GLOBO TERRESTRE
L'obiettivo è quello di sensibilizzare il più gran numero possibile di uomini e di donne alle problematiche e alle responsabilità connesse a questi temi, tramite azioni di comunicazione di ampia portata.
Oggi è giunto il momento di agire. Sappiamo oramai che il futuro dell'umanità è in gioco. E' una responsabilità collettiva. Di fronte a questa emergenza bisogna interpellare le coscienze, mobilitare gli intelletti e cambiare radicalmente gli stili di vita. Solo così riusciremo a concepire un nuovo rapporto con la natura. Come sottolinea Yves Coppens, uno scienziato francese: «Per millenni è stato il clima a dettare all'uomo il proprio comportamento, oggi è l'uomo a dettare il proprio comportamento alla natura».
Bisogna anche impegnarsi per promuovere un'etica nuova: quella del diritto alla protezione dell'ambiente. Questa nuova etica è concepibile solo se si basa sull'impegno sincero di ogni individuo. Per questa ragione Bill Clinton ci invita nel suo libro ad una mobilitazione concreta e, come lo sottolinea giustamente: «ognuno di noi può dare qualcosa. C'è molto da fare e non è mai troppo tardi per iniziare».
Dobbiamo infatti uscire dai nostri atteggiamenti egoistici, dalle nostre abitudini e imparare a coltivare una relazione armoniosa tra l'uomo e la natura. La salvaguardia del nostro Pianeta rappresenta la sfida del XXI secolo. Questa sfida richiede coraggio, tenacia, impegno, generosità. Ma dobbiamo soprattutto agire. Peter Frumhoff, uno dei principali autori del rapporto del Gruppo ambientale di esperti sull'evoluzione del clima, ha dichiarato, in seguito ad un importante studio (Union of Concerned Scientists), « che alcuni cambiamenti sono inevitabili, ma le peggiori conseguenze possono essere evitate se interveniamo rapidamente».
L'Unione Europea ha mostrato la via da seguire impegnandosi a ridurre del 50 % le proprie emissioni con effetto serra entro il 2050. Bisogna aiutare i paesi in via di sviluppo trovando nuovi finanziamenti, e fare evolvere velocemente i nostri sistemi di produzione e di consumo.
Rispondere a questa sfida significa elaborare insieme delle risposte ai problemi posti. Le dichiarazioni unilaterali non risolveranno in nessun modo questo problema. La minaccia è planetaria. Come sottolineava il climatologo Edouard Bard, «il riscaldamento climatico colpisce tutto il nostro ecosistema e la gestione delle conseguenze di questo fenomeno non potrà avvenire che su scala mondiale».
Viviamo da tempo in un mondo gravato da minacce e per la prima volta siamo in presenza di una minaccia planetaria che costituisce un pericolo per l'umanità. L'evoluzione dei comportamenti e delle mentalità non può che essere lunga e il Pianeta non può aspettare. Pertanto, senza più indugi, dobbiamo passare ad una cultura della responsabilità. Perché dobbiamo impegnarci a rispondere a questa sfida che segue il corso della Storia e che ci permetterà di lasciare ai nostri figli una Terra salvaguardata. Optiamo per questa scelta di speranza fondata su valori umanistici, senza dimenticare la forza che deriva dal coraggio quando esso è sostenuto da una volontà: quella di rimettere l'uomo al centro delle priorità.
Oggi è giunto il momento di agire. Sappiamo oramai che il futuro dell'umanità è in gioco. E' una responsabilità collettiva. Di fronte a questa emergenza bisogna interpellare le coscienze, mobilitare gli intelletti e cambiare radicalmente gli stili di vita. Solo così riusciremo a concepire un nuovo rapporto con la natura. Come sottolinea Yves Coppens, uno scienziato francese: «Per millenni è stato il clima a dettare all'uomo il proprio comportamento, oggi è l'uomo a dettare il proprio comportamento alla natura».
Bisogna anche impegnarsi per promuovere un'etica nuova: quella del diritto alla protezione dell'ambiente. Questa nuova etica è concepibile solo se si basa sull'impegno sincero di ogni individuo. Per questa ragione Bill Clinton ci invita nel suo libro ad una mobilitazione concreta e, come lo sottolinea giustamente: «ognuno di noi può dare qualcosa. C'è molto da fare e non è mai troppo tardi per iniziare».
Dobbiamo infatti uscire dai nostri atteggiamenti egoistici, dalle nostre abitudini e imparare a coltivare una relazione armoniosa tra l'uomo e la natura. La salvaguardia del nostro Pianeta rappresenta la sfida del XXI secolo. Questa sfida richiede coraggio, tenacia, impegno, generosità. Ma dobbiamo soprattutto agire. Peter Frumhoff, uno dei principali autori del rapporto del Gruppo ambientale di esperti sull'evoluzione del clima, ha dichiarato, in seguito ad un importante studio (Union of Concerned Scientists), « che alcuni cambiamenti sono inevitabili, ma le peggiori conseguenze possono essere evitate se interveniamo rapidamente».
L'Unione Europea ha mostrato la via da seguire impegnandosi a ridurre del 50 % le proprie emissioni con effetto serra entro il 2050. Bisogna aiutare i paesi in via di sviluppo trovando nuovi finanziamenti, e fare evolvere velocemente i nostri sistemi di produzione e di consumo.
Rispondere a questa sfida significa elaborare insieme delle risposte ai problemi posti. Le dichiarazioni unilaterali non risolveranno in nessun modo questo problema. La minaccia è planetaria. Come sottolineava il climatologo Edouard Bard, «il riscaldamento climatico colpisce tutto il nostro ecosistema e la gestione delle conseguenze di questo fenomeno non potrà avvenire che su scala mondiale».
Viviamo da tempo in un mondo gravato da minacce e per la prima volta siamo in presenza di una minaccia planetaria che costituisce un pericolo per l'umanità. L'evoluzione dei comportamenti e delle mentalità non può che essere lunga e il Pianeta non può aspettare. Pertanto, senza più indugi, dobbiamo passare ad una cultura della responsabilità. Perché dobbiamo impegnarci a rispondere a questa sfida che segue il corso della Storia e che ci permetterà di lasciare ai nostri figli una Terra salvaguardata. Optiamo per questa scelta di speranza fondata su valori umanistici, senza dimenticare la forza che deriva dal coraggio quando esso è sostenuto da una volontà: quella di rimettere l'uomo al centro delle priorità.
CAUSE / EFFETTO DEL RISCALDAMENTO TERRESTRE
Il riscaldamento generale dell’atmosfera terrestre sta causando il riscaldamento anche dell’Artico, con il conseguente ritiro dei ghiacciai. Il grido d’allarme è stato lanciato da ben duecentocinquanta scienziati di diverse nazionalità (Stati Uniti, Russia, Canada, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Islanda), che hanno evidenziato in un loro recente studio come la velocità di scioglimento dei ghiacci del Polo Nord proceda ad una velocità doppia a quella registrata in altre parti del mondo.
La calotta artica, formatasi durante un processo durato milioni di anni, nell’ultimo trentennio si è assottigliata di un 15-20%, una massa impressionante rispetto alla esiguità del tempo occorso per questo allarmante fenomeno.
Le cause sono note anche al grande pubblico e non sarebbe il caso di ripeterle se non vi fosse la speranza che il ribadirle possa aiutare a far prendere maggiore coscienza rispetto alle responsabilità della dissennata azione umana che pare non riesca a trovare un freno alle emissioni di gas prodotte dalle industrie, dalle centrali energetiche e dalle automobili.
Se non avverrà una auspicabile inversione di tendenza, alla fine del secolo si potrebbe assistere alla scomparsa dei ghiacci artici durante la stagione estiva, un evento sconvolgente per i cicli naturali, che cambierebbe l’equilibrio terrestre dopo milioni di anni, comportando la scomparsa graduale della fauna polare. La catastrofica previsione degli scienziati giunge a contemplare la scomparsa totale dei ghiacci durante l’intero corso dell’anno, ciò che provocherebbe un innalzamento delle acque degli oceani tale da costituire un serio pericolo per gli insediamenti umani delle zone costiere, densamente popolate.
A livello governativo le reazioni ufficiali dei paesi che hanno commissionato lo studio sono state discordanti ed accusate di ipocrisia dalla direttrice della Campagna per la Protezione del Clima del WWF, che ha denunciato come questi paesi, mentre da un lato finanziano studi e ricerche sui pericoli dell’eccessivo riscaldamento atmosferico, dall’altro non sono seriamente intenzionati a ridurre le loro emissioni dannose, che costituiscono ben il 30% di quelle mondiali.
Durante la Conferenza Internazionale sul Clima, tenutasi a Pechino lo scorso mese di novembre, decine di esperti hanno evidenziato come i cambiamenti climatici intervenuti negli ultimi anni abbiano causato un aggravarsi ed un intensificarsi delle catastrofi naturali quali inondazioni, siccità, uragani tropicali. Stefan Rahmsdorf, oceanologo e climatologo dell’Istituto per gli Studi Climatici di Potsdam, in Germania, ha commentato che i risultati delle ricerche effettuate all’Artico sono purtroppo estensibili anche alla parte occidentale dell’Antartico, sottolineando la globalità della situazione di grave ed imminente pericolo in cui versa il globo terrestre.
La calotta artica, formatasi durante un processo durato milioni di anni, nell’ultimo trentennio si è assottigliata di un 15-20%, una massa impressionante rispetto alla esiguità del tempo occorso per questo allarmante fenomeno.
Le cause sono note anche al grande pubblico e non sarebbe il caso di ripeterle se non vi fosse la speranza che il ribadirle possa aiutare a far prendere maggiore coscienza rispetto alle responsabilità della dissennata azione umana che pare non riesca a trovare un freno alle emissioni di gas prodotte dalle industrie, dalle centrali energetiche e dalle automobili.
Se non avverrà una auspicabile inversione di tendenza, alla fine del secolo si potrebbe assistere alla scomparsa dei ghiacci artici durante la stagione estiva, un evento sconvolgente per i cicli naturali, che cambierebbe l’equilibrio terrestre dopo milioni di anni, comportando la scomparsa graduale della fauna polare. La catastrofica previsione degli scienziati giunge a contemplare la scomparsa totale dei ghiacci durante l’intero corso dell’anno, ciò che provocherebbe un innalzamento delle acque degli oceani tale da costituire un serio pericolo per gli insediamenti umani delle zone costiere, densamente popolate.
A livello governativo le reazioni ufficiali dei paesi che hanno commissionato lo studio sono state discordanti ed accusate di ipocrisia dalla direttrice della Campagna per la Protezione del Clima del WWF, che ha denunciato come questi paesi, mentre da un lato finanziano studi e ricerche sui pericoli dell’eccessivo riscaldamento atmosferico, dall’altro non sono seriamente intenzionati a ridurre le loro emissioni dannose, che costituiscono ben il 30% di quelle mondiali.
Durante la Conferenza Internazionale sul Clima, tenutasi a Pechino lo scorso mese di novembre, decine di esperti hanno evidenziato come i cambiamenti climatici intervenuti negli ultimi anni abbiano causato un aggravarsi ed un intensificarsi delle catastrofi naturali quali inondazioni, siccità, uragani tropicali. Stefan Rahmsdorf, oceanologo e climatologo dell’Istituto per gli Studi Climatici di Potsdam, in Germania, ha commentato che i risultati delle ricerche effettuate all’Artico sono purtroppo estensibili anche alla parte occidentale dell’Antartico, sottolineando la globalità della situazione di grave ed imminente pericolo in cui versa il globo terrestre.
QUALE SARA’ IL FUTURO DEL NOSTRO PIANETA: CRESCERA’ IL LIVELLO DEI MARI
Molti degli interrogativi che gli scienziati si pongono circa i fenomeni climatici e le trasformazioni del nostro pianeta sono ancora senza risposta Uno dei problemi su cui si punta l'attenzione, è quello dell'innalzamento del livello del mare, fenomeno tanto misterioso quanto preoccupante.
Coordinatrice : Raffaella Rossi
Testi:
PREMESSA: Tratta dall’introduzione de “Il libro degli antichi misteri” di P. James e N. Thorpe
PRIMO TESTO: Tratto dal discorso alla 62° assemblea dell'ONU di S.A.S. Il principe Alberto di Monaco
SECONDO TESTO: Tratto da un articolo del giornalista Alberto Fornasier e si trova nel portale www.caribinet.info
EPILOGO: Tratto dall’articolo “Crescerà il livello dei mari” di Gemma Ferioli
FOTO DELLA TERRA: Tratta dall’articolo “Crescerà il livello dei mari” di Gemma Ferioli
Coordinatrice : Raffaella Rossi
Testi:
PREMESSA: Tratta dall’introduzione de “Il libro degli antichi misteri” di P. James e N. Thorpe
PRIMO TESTO: Tratto dal discorso alla 62° assemblea dell'ONU di S.A.S. Il principe Alberto di Monaco
SECONDO TESTO: Tratto da un articolo del giornalista Alberto Fornasier e si trova nel portale www.caribinet.info
EPILOGO: Tratto dall’articolo “Crescerà il livello dei mari” di Gemma Ferioli
FOTO DELLA TERRA: Tratta dall’articolo “Crescerà il livello dei mari” di Gemma Ferioli